Eco Drive (come consumare meno carburante)

Eco drive o guida ecocompatibile: il problema dell’inquinamento e 10 consigli per ridurre i consumi di carburante e le emissioni di anidride carbonica (CO2).

Introduzione

Da molti anni si parla del problema dell’inquinamento additando il mondo dell’automobile come uno dei principali artefici di questo male. La combustione del petrolio per autotrazione è una delle cause di questo problema la cui risoluzione non appare così facile. Se è vero che con piccole goccie si crea un mare allora ognuno di noi può contribuire a migliorare la qualità dell’aria: in questo capito affronteremo come poter diminuire i consumi e perciò l’inquinamento adottando uno stile di guida moderno ed efficacie.

La direttiva 1999/94/CEE, recepita in Italia con il decreto del Presidente della Repubblica 17 febbraio 2003, n. 84, richiede agli Stati membri di pubblicare annualmente una guida sul risparmio di carburante e sulle emissioni di CO2 delle autovetture al fine di fornire ai consumatori informazioni utili per un acquisto consapevole di autovetture nuove, con lo scopo di contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra e al risparmio energetico.

Il clima sulla Terra ha sempre subito cambiamenti, il problema che negli ultimi decenni, come dimostrano gli studi scientifici più recenti, le attività umane stanno accelerando tutti questi cambiamenti: si prevede che la temperatura media mondiale aumenterà di 1,4°- 5,8° C entro il 2100 e quella europea di 2°- 6,3°C. Per comprendere la portata di questi dati basta pensare che nell’ultima era glaciale (11500 anni fa), la temperatura media mondiale era di soli 5°C in meno di quella attuale e a quei tempi l’Europa era ricoperta da una coltre di ghiaccio: il tasso di riscaldamento negli ultimi 50 anni, pari a 0.13°C per decennio, circa doppio rispetto a quello degli ultimi 100 anni!

Clima sulla terra

La terra è calda e ci permette di vivere perchè parte dell’energia riflessa viene intrappolata dai gas serra che costituiscono l’atmosfera, che pertanto funziona come le pareti di vetro di una serra, ossia lascia filtrare la luce solare e trattiene il calore.

Senza i gas serra la temperatura della Terra sarebbe di circa 30°C inferiore a quella attuale poiché il calore del Sole rimbalzerebbe sulla superficie della Terra e si rifletterebbe nello spazio. Tuttavia, a partire dalla rivoluzione industriale (circa 1750 d. C.), l’uomo ha iniziato ad immettere in atmosfera quantità di gas serra sempre crescenti, aumentando innaturalmente questo processo che ora ci porta ad avere un surriscaldamente eccessivo.

I gas serra sono molti ma il principale gas serra prodotto dalle attività umane è la CO2, che rappresenta il 75% circa delle emissioni mondiali di gas serra. L’anidride carbonica deriva dalla combustione dei combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale), che al momento rimangono la fonte di energia maggiormente utilizzata per produrre elettricità e calore, nonché come carburanti per i mezzi di trasporto.

Radiazioni

Gli alberi e le piante assorbono CO2 per produrre ossigeno; per tale ragione, al fine di contribuire all’assorbimento della CO2 prodotta in eccesso, importante proteggere le foreste del pianeta. I cambiamenti climatici a causa dell’innalzamento della temperatura sono già in atto e gli effetti sono visibili sia in Europa sia nel resto del mondo: la superficie marina coperta dal ghiaccio al Polo Nord si ridotta del 10% negli ultimi decenni e lo spessore del ghiaccio al di sopra dell’acqua diminuito del 40%. Lo scioglimento delle calotte di ghiaccio comporta l’innalzamento del livello del mare: negli ultimi 100 anni il livello del mare salito di 10-25 cm ed entro il 2100 potrebbe aumentare fino ad un massimo di 88 cm. L’innalzamento del mare metterà a rischio gli abitanti delle zone costiere e delle piccole isole e causerà la salinizzazione dei suoli agricoli e delle riserve di acqua potabile. I ghiacciai si stanno ritirando, ad esempio per i ghiacciai svizzeri sono attese, secondo alcune previsioni, perdite del 70% entro il 2060.

I cambiamenti climatici producono eventi meteorologici estremi, quali i tifoni, le inondazioni, la siccità, le ondate di calore, che potrebbero aumentare in intensità e frequenza e porteranno a mutazioni considerevoli nei regimi di precipitazione con accentuazione dell’aridità nel Sud dell’Europa. Gli esseri umani sono esposti agli effetti dei cambiamenti climatici sia direttamente (aumenti delle temperature, ondate di calore, alluvioni, frane) sia indirettamente attraverso i cambiamenti della qualità e quantità dell’acqua, del suolo, del cibo, degli ecosistemi e, su periodi temporali variabili, delle condizioni socio-economiche dipendenti dalla disponibilità di risorse naturali.

Cambiamenti climatici

Gli scenari su scala globale prefigurano carenze di cibo, di acqua potabile, di terreni coltivabili, l’acutizzarsi delle diseguaglianze fra nord e sud del mondo, di migrazioni e conflitti. Quando ci si accorse che i cambiamenti climatici stavano diventando una minaccia reale per il pianeta e per la nostra soppravvivenza iniziò una azione coordinata a livello internazionale: nel 1992 fu approvata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) il cui obiettivo ultimo di stabilizzare le concentrazioni in atmosfera di gas serra ad un livello tale da impedire che le attività umane interferiscano negativamente con il sistema climatico.

Nel 1997, fu fatto un ulteriore progresso nella lotta ai cambiamenti climatici, approvando il Protocollo di Kyoto, che impegna i Paesi industrializzati a ridurre le proprie emissioni di un certa percentuale rispetto ai livelli del 1990, entro l’anno 2012.
Tuttavia questi impegni non sono stati sufficienti, infatti, al fine di evitare un aumento della temperatura globale maggiore di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, le emissioni a livello mondiale dovranno stabilizzarsi entro il 2020 e essere dimezzate rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050. Il ruolo del settore dei trasporti nel cambiamento climatico.

La domanda di trasporto è in forte espansione da molti anni. Tra il 1990-2008 la domanda di trasporto passeggeri è aumentata del 34% (pur segnalando una flessione del 7% nel 2008 rispetto al 2007 dovuta alla crisi economica), mentre per le merci si segnala un incremento del +20,4%. Il trasporto stradale (autovetture) nel 2008 costituisce il 73,7% della domanda di trasporto passeggeri.

L’Italia è uno dei paesi al mondo con più auto private pro-capite (corrispondente 1,66 persone per vettura nel 2009) e ha 36.4 milioni di veicoli circolanti che percorrono circa 13000 km/anno (il 26% in più della media UE). Nello periodo 1990 – 2009 la densità automobilistica (n. autovetture per 1000 abitanti) passata da 475 a 603 unità. Per questo il trasporto su strada rappresenta un settore critico per il raggiungimento degli obbiettivi di Kyoto in quanto responsabile di una parte significativa del consumo totale di energia.

Car ownership

Le emissioni del settore trasporti (esclusi i trasporti internazionali) sono aumentate del 15,9% nel periodo 1990- 2009. Nel 2009 il trasporto ha rappresentato il 29.3% del totale delle emissioni energetiche di gas-serra a livello nazionale e le autovetture hanno contribuito per circa il 55% a tale valore. Nel 2009 i trasporti sono stati responsabili del 24,3% delle emissioni totali nazionali di gas serra, di cui il 58,7% si produce nell’ambito del trasporto passeggeri su strada.

I fattori che determinano tali livelli elevati di emissioni di gas serra dipendono da:

  • prestazioni dei singoli modelli di autovettura in termini di consumi ed emissioni di CO2
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  • elevate percorrenze annue dei veicoli
  • stile di guida del conducente.

Prestazioni delle autovetture: Le prestazioni delle nuove autovetture migliorano continuamente, anche in virtù delle misure adottate a livello comunitario. Visto il peso rilevante del settore, l’Unione Europea, infatti, ha adottato nel 1995 una strategia comunitaria per la riduzione delle emissioni di CO2 dalle autovetture. Uno dei principi su cui si basava tale strategia consisteva in un accordo volontario dell’industria automobilistica a ridurre le emissioni medie delle vetture nuove a 140 g CO2/km entro il 2008.

Nonostante i progressi raggiunti dalle case costruttrici per il raggiungimento di tale obiettivo, la Commissione Europea ha riscontrato che al fine del raggiungimento dell’obiettivo per le emissioni medie delle auto nuove di 120 g CO2/km previsti per il 2012 era necessario adottare disposizioni a carattere vincolante. A seguito di un lungo negoziato svoltosi a livello comunitario, il 5 giugno 2009, sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea stato pubblicato il Regolamento (CE) N. 443/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009, che definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni delle autovetture nuove nell’ambito dell’approccio comunitario integrato finalizzato a ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli leggeri. Il Regolamento individua un target comunitario delle emissioni di CO2 delle autovetture nuove vendute annualmente nella Comunità, di 130 g CO2/km riferito alla media di tutte le autovetture nuove commercializzate nel 2012, da conseguire tramite miglioramenti tecnologici apportati ai motori. I restanti 10g/km dovranno essere raggiunti tramite misure tecniche complementari (e.g. pneumatici, carburanti, etc.). Gli obblighi per i costruttori si applicheranno al 65% delle loro flotte nel gennaio 2012, al 75% nel gennaio 2013, al 80% nel gennaio 2014 e al 100% a partire dal 2015.

Emissioni

Viene inoltre introdotto un obiettivo di lungo termine di 95 g di CO2/Km da raggiungere nel 2020. Per assicurare il raggiungimento dell’obiettivo medio comunitario di 130 g CO2/km, il Regolamento fissa valori limite per le emissioni specifiche di CO2 delle auto in funzione diretta della loro massa (peso). Tale approccio prevede che al crescere del peso del veicolo aumenti anche il valore limite da rispettare; pertanto le autovetture più leggere dovranno rispettare valori limite inferiori a 130 g/km mentre per le più pesanti i valori limite saranno di gran lunga superiori.

Ogni casa costruttrice dovrà dimostrare alla fine di ogni anno che l’insieme delle auto vendute raggiunga un valore medio di emissioni corrispondente a quanto richiesto dal regolamento, tale valore viene calcolato tenendo conto del numero e del peso delle auto vendute. Qualora l’obiettivo annuale non venga raggiunto, i costruttori saranno sanzionati dalla Commissione Europea con una multa unitaria che, a partire dal 2019, sarà pari a 95 euro per grammo di CO2 di superamento moltiplicata per il numero di auto vendute. In base a tale approccio, il comportamento dei clienti verso l’acquisto di automobili più rispettose dell’ambiente sarà fondamentale per la piena attuazione di tale Regolamento e per il conseguimento degli obiettivi di riduzione di CO2 assunti dall’UE.

Per incentivare l’acquisto di autovetture a bassi consumi ed emissioni, il Governo aveva disposto, con le leggi finanziarie fino al 2009, vari incentivi per l’acquisto di autovetture nuove con ridotte emissioni specifiche di anidride carbonica, specie se alimentate a GPL o metano, spesso collegati alla rottamazione di auto “euro 0”, “euro 1” o “euro 2” immatricolate da almeno dieci anni.

Contemporaneamente erano previsti incentivi per l’acquisto di auto a basso impatto ambientale, senza necessità di rottamazione ma cumulabili con i precedenti, anch’essi collegati alla quantità di emissioni di anidride carbonica delle autovetture. In particolare erano previsti incentivi per le auto a metano, GPL, elettriche o a idrogeno. Altri incentivi riguardavano la conversione di auto già circolanti all’alimentazione a GPL o metano. Nel 2010, come in altri Stati dell’Unione europea, gli incentivi all’acquisto non sono stati rinnovati.

Si prevede di sviluppare, tanto a livello europeo che nazionale, interventi di politica industriale per lo sviluppo di autovetture a basso impatto ambientale, anche a trazione elettrica. Secondo la Commissione Europea, nel 2009 continuata la tendenza alla riduzione delle emissioni specifiche di anidride carbonica delle autovetture nuove, sia in Italia che nel complesso dell’Unione europea. In particolare la media ponderata delle emissioni, sul mercato italiano, scesa dai 144,7 g/km del 2008 a 136,3 g/km, avvicinandosi sensibilmente agli obiettivi europei (si tratta del quarto miglior risultato in tutta l’Unione Europea), mentre la media dell’Unione scesa nello stesso periodo da 153,6 a 145,7 g/km. Secondo l’ISTAT, nel 2009 gli incentivi statali all’acquisto di veicoli nuovi hanno esercitato effetti positivi sull’ambiente, che ha risentito positivamente anche del miglioramento del trasporto pubblico. Infatti, in presenza di una leggera diminuzione del tasso di motorizzazione complessivo (dato dal numero di autovetture per mille abitanti) rispetto al 2008 (-0,6%), sono aumentate del 16,3% le autovetture meno inquinanti, “euro 4” ed “euro 5”.

Consigli agli automobilisti

Per ridurre i consumi di carburante e le emissioni di CO2.

Una guida intelligente ed una corretta manutenzione dell’autovettura consentono di ridurre i consumi e le emissioni di CO2 anche del 10-15 % migliorando anche la sicurezza sulla strada.

Le 10 REGOLE PER UNA GUIDA ECO COMPATIBILE (ecodriving)

1. Accelerare graduatamente in modo leggero: le sgommate e le partenze veloci al verde del semaforo fanno consumare il 15% in più di benzina! viaggiando a 120 km/h costanti si consuma il 30% di carburante in più che viaggiando a 80 km/h costanti! quindi correre veloci ci farà forse risparmiare tempo..ma a caro prezzo! Le accelerazioni inutili fanno sprecare molto carburante mentre le frenate brusche fanno consumare inutilmente le pastiglie e/o le ganasce dei freni.

2. passare al più presto alla marcia superiore senza arrivare ad alti regimi. I motori moderni sono molto elastici e raggiungono coppie elevate già a bassi giri per cui il cambio marcia può essere fatto già sopra i 1500 giri: e non preoccupatevi di fare soffrire il motore!

3. Mantenere una velocità adeguata e il più possibile costante: In generale, bisogna guidare con la marcia più alta e con il numero più basso di giri e quando il motore (se benzina) è a 2000–2500 giri bisogna passare alla marcia superiore. evitare di superare i 2500 giri con un motore a benzina. Con motore diesel si può passare alla marcia superiore già a 1500 giri. Le accelerazioni devono essere rapide e passare immediatamente ad una marcia superiore; quando si è in prima si devono percorrere pochi metri, al massimo quelli pari alla lunghezza di un veicolo. quanto poi più riusciamo a procedere ad una velocità costante tanta più energia risparmiamo. Una statistica ci assicura anche che 20 autoveicoli con il motore a 2000 giri al minuto fanno tanto rumore quanto una sola vettura che va a 4000 giri al minuto! Non serve inoltre far riscaldare il motore a veicolo fermo come una volta, anzi in queste condizioni infatti il motore si scalda più lentamente, aumentando consumi, emissioni ed usura degli organi meccanici.

4. Prevenire l’evoluzione del traffico evitando brusche frenate e cambi di marcia inutili ad esempio quando si è in coda è meglio avanzare lentamente piuttosto che fermarsi col motore acceso e ripartire di colpo; oppure quando possibile, provare a procedere con la frizione abbassata cercando di far scivolare il veicolo per poi riprendere la marcia appena il traffico defluisce: sono tutti trucchi che ci consentono alla lunga di risparmiare carburante.

5. Decelerare gradualmente tenendo la marcia innestata Non serve scalare in quanto il freno motore è pressochè nullo nei veicoli moderni. In quinta si dovrebbero fare tutte le strade in piano, anche quelle in città. La marcia alta va mantenuta il più a lungo possibile evitando di scalare poichè l’effetto del freno motore oggigiorno è nullo. Scalare significa solo alzare i giri motore e consumare di più: decelerare, preferibilmente, rilasciando il pedale dell’acceleratore e tenendo la marcia innestata, facendo attenzione ad evitare il fuori giri per non danneggiare il motore, in questa modalità il motore non consuma.

6. Spegnere il motore in caso di fermate lunghe, ma solo a veicolo fermo.

7. Controllare la pressione di gonfiaggio degli pneumatici: se sono sgonfi si consuma molto di più senza accorgersene. Il 78% degli automobilisti circola con pneumatici sgonfi (nel 2011 la percentuale era del 63%). Il 25% degli automobilisti viaggia con gomme consumate al di sotto del limite legale (contro il 20% del 2011). Ciò comporta milioni di litri di carburante sprecati e un aumento di emissione di CO2 pari a 9,2 milioni di tonnellate ogni anno.

8. Evitare i porta-sci o portapacchi e toglierli subito dopo l’uso: questi oggetti aumentano esponenzialmente la resistenza aerodinamica dell’aria con aumenti impensabili di carburante.

9. Limitare l’uso dei dispositivi elettrici solo per il tempo necessario in quanto l’assorbimento di energia è direttamente proporzionale al consumo di carburante.

10. Limitare l’uso del climatizzatore che tra tutti gli strumenti è quello che assorbe una notevole quantità di energia.